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Architettura e Potere. Come i ricchi e i potenti hanno dato forma al mondo PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
domenica 30 ottobre 2011
Tra le manifestazioni muscolari del potere, l'architettura mantiene un primato che non conosce declino. Tiranni, presidenti eletti democraticamente, facoltosi finanzieri e nuovi satrapi sono ricorsi alla mano dell'architetto per dare corpo a una visione e cristallizzare nel tempo un'idea che evocasse il passato nel presente, che inventasse una tradizione o quantomeno servisse da scenografia per un ideale il più possibile permanente. Il tema non è certo nuovo, le biblioteche del progetto ne hanno scaffali dedicati, eppure la contemporaneità fornisce casi studio le cui modalità espressive appaiono inalterate. Le rivoluzioni nordafricane degli ultimi mesi ci hanno mostrato palazzi della politica e residenze private in cui il kitsch in salsa californiana si mischiava a una macedonia di citazioni stilistiche che spaziavano dal classicismo alla lugubre allure sovietica. Un contributo al dibattito, rigoroso nell'approccio e accattivante nella prosa, lo ha dato il libro Architettura e Potere. Come i ricchi e i potenti hanno dato forma al mondo scritto da Deyan Sudjic, critico di architettura per l'«Observer» e figura nota anche in Italia dove ha diretto Domus e nel 2002 la Biennale di Venezia. Oggi dirige il Design Museum di Londra che, ironia del caso, presto si trasferirà in un palazzo di Kensington che degli anni Sessanta fino al 2001 è stato sede del Commonwealth Institute, ultima roccaforte dell'impero inglese.La forma e lo stile di una personalità al potere espresse attraverso l'architettura sono per l'autore «una malattia incurabile». La rassegna è vasta, si ripercorrono i classici di Hitler con Albert Speer, di Mussolini con Marcello Piacentini o di Ataturk con Clemenes Holzmeister fino a casi meno noti tra cui «lo sfortunato tentativo dello scià di ricostruire Teheran sotto forma di città occidentale (ndr grazie a Tange, Hollein e Stirling), o l'impulso irrefrenabile dei Marcos di sommergere Manila sotto una pioggia di monumentali cubi di cemento», per mano di Leandro Locsin, che dimostrano come «talvolta l'architettura acceleri i processi di cambiamento dei regimi. Tali progetti – scrive Sudjic – sono apparsi come follie a uno stadio avanzato di fissazione, piuttosto che il risultato di processi razionali».Anche oggi l'architettura rappresenta nuovi potenti. A cavallo tra politica ed economia il libro riflette sui rapporti tra Mitterand, Attali e gli architetti coinvolti nel progetto della Défense o del quartier generale della banca Ebrd a Londra; il sogno di Albany, la Brasilia dei Rockfeller; il controverso rapporto tra il filantropo Lewis, l'ex direttore del Guggenheim Krens e Frank Gehry; fino alla simbolica committenza di Gianni Agnelli a Renzo Piano per la pinacoteca sul tetto del Lingotto. Deyan Sudjic, Architettura e Potere. Come i ricchi e i potenti hanno dato forma al mondo, Editori Laterza, pagg. 368, € 20,00 --Faccio un palazzo e passo alla storia, di Marco Sammicheli, in «Il Sole 24 Ore», 25 settembre 2011, p. 40.  
 
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