Tor Pignattara. Fascismo e Resistenza di un quartiere romano |
![]() |
![]() |
![]() |
Scritto da Redazione | |
venerdì 21 settembre 2007 | |
Stefania Ficacci, Tor Pignattara. Fascismo e Resistenza di un quartiere romano, Francoangeli, Milano 2007, pp. 152
Recensione di Maddalena Carli in “L’Indice dei libri del mese”, settembre 2007, n. 9, p. 42. Tor Pignattara. Fascismo e Resistenza di un quartiere romano di Stefania Ficacci Tor Pignattara deve il proprio nome al mausoleo di Santa Elena, la tomba dell’imperatore Costantino eretta a tre chilometri da porta maggiore e chiamata dai cittadini romani “torre delle pignatte”, a causa delle grandi anfore cave inserite nella volta di copertura. Oltre a segnalarne l’ubicazione (quadrante sud-orientale della capitale), la denominazione rinvia alla composizione sociale del quartiere: Tor Pignattara nasce, intorno alla metà degli anni Venti, come insediamento popolare prevalentemente rivolto all’immigrazione extraurbana e urbana, caratterizzandosi fin dalle origini per il costante sovrapporsi di abusivismo e speculazione edilizia, profonde carenze strutturali e una cronica assenza di servizi che rendono ancora più problematica l’estrema povertà degli abitanti. Per ricostruirne la storia, Stefania Ficacci si è avvalsa della memorialistica, delle interviste orali e - come puntualizza nella postfazione – dei percorsi dei bisnonni paterni, Saverio Di Benedetto e Maria mezzana, che a Tor Pignattara si trasferirono, misero su famiglia e vissero le loro “semplici vite”, confrontandosi con la presenza del regime fascista (i maestri di scuola e il gruppo rionale), le molteplici forme dell’antifascismo (da quello passivo che qualificò buona parte delle borgate romane all’impegno partigiano del dopo 8 settembre) e l’alternativa offerta dalla congregazione delle religiose di Nostra Signora di Namour. Con ritmi e la prospettiva dell’esistenza quotidiana, nel volume scorrono gli anni della costruzione della dittatura, quelli della stabilizzazione totalitaria e i lunghi mesi del conflitto mondiale e dell’occupazione nazifascista, fino alla liberazione del 4 giugno 1944, che segnò la fine della guerra ma non delle difficili condizioni della periferia capitolina.
|
|
Ultimo aggiornamento ( sabato 22 settembre 2007 ) |
< Prec. | Pros. > |
---|