Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
La mostra: Poi spuntò l’alba. Ed era il 25 Aprile. La Resistenza in Italia PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
venerdì 11 novembre 2016

Il 3 dicembre prossimo saranno inaugurate al MUSA di Salò 4 mostre promosse da Musa, Garda Musei e Città di Salò.

Una di queste è curata dal Centro Studi Rsi nelle persone di Roberto Chiarini ed Elena Pala ed è dedicata al tema della Resistenza in Italia: «Poi spuntò l’alba. Ed era il 25 Aprile». La Resistenza in Italia.

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L'ambizione che muove il progetto di questa mostra curata dal Centro è di offrire al pubblico tutto, sia quello più informato sia quello che si avvicina al tema con una minore famigliarità, una presentazione documentata della lotta di Liberazione stimolando una riflessione sui tanti quesiti che quell’esperienza decisiva del nostro Paese continua a porre.

Il criterio che presiede all'allestimento non è meramente didattico. Non è nemmeno condizionato dalla pretesa velleitaria di disegnare una mappa sistematica delle vicende militari o di tracciare un quadro organico delle tensioni ideali e politiche che animarono la Resistenza. È volto invece a isolare i nodi cruciali di quell'intensa esperienza morale e politica affidandoli prioritariamente al linguaggio delle immagini. Si è considerato questo il modo  più efficace, oltre che il più coerente con la natura stessa del percorso espositivo, al fine di ottenere un coinvolgimento del visitatore diretto ed intenso in modo che lo stimolo alla riflessione sgorghi immediatamente per forza propria dalle emozioni suscitate piuttosto che dalle parole usate dai curatori.

L'idea che anima la mostra  non risolve la stagione politica e militare della Resistenza alla sola epopea del partigianato. Mira invece ad evidenziare l'ampiezza e la complessità dei processi che portarono alla liquidazione del regime mussoliniano e al diverso grado di coinvolgimento delle forze sociali e politiche che si attivarono per chiudere con la guerra. Intende inoltre sottolineare le sofferenze del popolo italiano, i suoi lutti e i modi diversi di chi, armato o disarmato, rifiutò l'obbedienza alle parole d'ordine belliciste. Si è perciò organizzata la tematica utilizzando due categorie storiografiche: la Resistenza armata e la Resistenza disarmata e civile.

Nella prima sezione si è evidenziato il ruolo assolto da quanti salirono sulle montagne e sfidarono in armi tedeschi e fascisti: una schiera destinata a farsi sempre più numerosa. Si parte infatti dai pochi indomiti antifascisti di vecchia data per passare ai primi sbandati dell'8 settembre fino ad arrivare ai molti giovani non disposti a vestire la divisa dell'esercito di Salò. Nella seconda sezione si mette in rilievo l’ampio e composito fronte di quanti, nell'immediato o nel prosieguo della guerra, contribuirono nelle forme consentite dalla loro condizione di prigionieri, di lavoratori militarizzati o semplicemente di civili  a scavare (in virtù spesso solo di un elementare sentimento di solidarietà umana) un fossato attorno alle milizie della Rsi e alla persistente schiera di italiani decisi a proseguire la guerra a fianco della Germania hitleriana.

Ultimo aggiornamento ( venerdì 11 novembre 2016 )
 
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