Centro Studi Repubblica Sociale Italiana
Un nuovo libro sulla Guardia nazionale repubblicana nel Bresciano PDF Stampa E-mail
Scritto da La Redazione   
lunedì 17 maggio 2021

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Trascriviamo l'articolo apparso oggi 17 maggio 2021 sul "Giornale di Brescia"

 Sarà presentato nei prossimi giorni l’ultima monografia della storica Elena Pala «Brescia capitale della Repubblica sociale italiana. I notiziari della Guardia nazionale repubblicana» (Unicopli, 2021, pp. 427). Il volume, grazie all’esplorazione di un ampio spettro di fonti archivistiche, in larga parte inedite, offre un nuovo quadro della vita provinciale nei fatidici 600 giorni della Repubblica di Salò. La presentazione avverrà a distanza venerdì 21 maggio alle ore 18 sul canale Youtube del Centro Studi Rsi. Ne parliamo oggi con l’autrice.

 

 

Lo stato della ricerca sulla Repubblica sociale italiana, per quanto grandemente arricchitosi negli ultimi tempi, accusa ancora un largo deficit di scavo sul territorio, capace di fornire un quadro dettagliato, preciso, analitico delle dinamiche sviluppatesi nelle varie realtà del Paese sotto l’urgere di una catastrofe annunciata…

Sosteneva Renzo De Felice che il modo migliore per conoscere e giudicare il fascismo sia quello di scriverne la storia, di scoprire e studiare i fatti così come si sono svolti. L’indicazione suggerita dall’illustre biografo di Mussolini mi è sembrata meritevole di essere raccolta specie se riferita al fascismo di Salò, ai drammatici seicento giorni della Repubblica sociale nel corso dei quali l’Italia fu trascinata in una sanguinosa e lacerante guerra civile destinata a segnarne la storia futura. Ho puntato a sviluppare uno scavo sulla provincia bresciana, sull’impatto politico esercitato sulle comunità locali dal precipitare degli eventi, dai processi sociali, dai comportamenti collettivi seguiti all’instaurazione di un nuovo e più opprimente regime dittatoriale, collaborazionista del tedesco occupante.

 

La ricerca ha riservato uno spazio privilegiato ai «Notiziari della Guardia nazionale repubblicana», riportati integralmente in appendice al volume.

I «Notiziari», ossia i dispacci inviati in via riservata quotidianamente dalla Guardia al duce e a pochi altri gerarchi, costituiscono una fonte cruciale che permette, seppur attraverso la lente deformata dell’occhiuta vigilanza esercitata sistematicamente dall’autorità saloina, una conoscenza più dettagliata e articolata della vita provinciale. Si tratta, è vero, di una base documentaria sbilanciata sul fronte fascista, il che ha richiesto un surplus di consapevolezza metodologica per assicurarne una valorizzazione critica, attenta e vigile. Lo studio ravvicinato del fascismo repubblicano in terra brescia­na è stato possibile grazie allo studio di almeno altri due fondi archivistici di assoluto rilievo, per certi versi unici, sia per la loro mole che per la loro rilevanza scientifica. Mi riferisco alla docu­mentazione conservata della Sezione Autonoma di Brescia del Tri­bunale militare regionale di guerra della Repubblica sociale italia­na (18.000 fascicoli) e della Commissione provinciale della Dele­gazione di Brescia dell’Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo (oltre 2.000 procedimenti).

 

Sotto i riflettori è stato messo il territorio brescia­no che ha costituito l’epicentro dell’esperienza della Repubblica di Mussolini, ossia dei luoghi nevralgici dell’ultimo fascismo. Sulle sponde del lago di Garda però non si sono giocate solo le sorti della disperata scommessa lanciata dagli ultimi inte­merati propugnatori di un ordine totalitario…

Esattamente, ha operato anche un apparto politico, militare, amministrativo, giudiziario che ha go­vernato un territorio ben più vasto della sola provincia di Brescia e che comunque ha esercitato un’influenza ben più larga del solo ambito locale. Brescia diventa così un case study non insignificante per la conoscenza complessiva dell’Italia al tempo della Rsi. Un case study che dà un contributo per completare il quadro già conosciuto della vita provin­ciale al tempo della Rsi, condotto sinora in massima parte seguendo le tracce lasciate o dalla ricca memorialistica dei protagonisti della lotta di Liberazione o dalla documentazione, edita e archivistica, riconducibile quasi esclusi­vamente alla parte che ha combattuto il fascismo repubblicano.

Ultimo aggiornamento ( martedì 18 maggio 2021 )
 
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