Quei giovani combattenti con le Camicie Nere
Scritto da Redazione   
domenica 04 marzo 2012
Sono molti gli aspetti che contraddistinguono e contrappongono il fascismo ai partiti democratici. Nulla, però, risulta più clamorosamente distintivo del suo ricorso sistematico alla violenza. Contagiati dalla suggestione di «fare come in Russia», i socialisti si limitavano a minacciarla, gli squadristi invece la esercitavano, e spavaldamente. Mussolini non aspettò comunque di rompere con le regole della democrazia per dotare il suo partito di una forza armata. Nominato Presidente del Consiglio, si affrettò a creare un corpo armato, la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale: una formazione ufficialmente incaricata di mantenere l’ordine e la legalità, di fatto operante come braccio armato del partito per aver ragione delle opposizioni. A dire il vero, il futuro duce fin dall’immediato dopoguerra aveva avuto a disposizione delle Squadre d’azione, allestite reclutando veterani di guerra e giovani vogliosi di scontrarsi con il «sovversivismo rosso». Trasformatosi due anni dopo il movimento dei Fasci di combattimento in partito, le Squadre si erano riorganizzate poi come Camicie Nere. Un corpo destinato a militare al fianco del dittatore per tutto il Ventennio.Di questa milizia, sempre in prima linea a sostenere con le armi la causa del fascismo sia contro i nemici esterni che contro quelli interni, disponiamo ora di un’agile ma informata storia per merito di Piero Cruciani e Pier Paolo Battistelli, «Le Camicie Nere 1935-1945». Il volume è edito da una meritoria casa editrice (la Libreria Editrice Goriziana) specializzata nella pubblicazione di studi dedicati al nostro fronte orientale.

Della traiettoria percorsa da questa formazione, punto di coagulo della gioventù infervorata dalla fede fascista corsa a servire con le armi la causa bellicista della Nazione, sono ripercorse - e illustrate con suggestiva iconografia - tutte le tappe: dal suo primo impiego in Libia contro i Senussiti, alla guerre d’Etiopia e di Spagna fino agli ultimi giorni di Salò, in questo caso adibita alla repressione del movimento partigiano. Una storia rimasta in ombra, eppur emblematica dell’infatuazione guerriera di un’intera generazione di cui fu capace il fascismo.

 

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Quei giovani combattenti con le Camicie Nere, in «Giornale di Brescia», 25 febbraio 2012.
Ultimo aggiornamento ( marted́ 06 marzo 2012 )