Dal primo «celerifero» costituito da due ruote collegate fra loro da un supporto rigido e inventato dal francese Mède De Sivrac (1791), la bicicletta si modernizza con lo sterzo (1818), il pedaliere applicato alla ruota anteriore (1861), i cuscinetti a sfere (1869), le gomme piene e i raggi metallici (1877). Si producono bicicli a ruota anteriore altissima e dal 1885 le moderne biciclette con trasmissione a catena. Con i primi velocipedi (dal peso di 80 kg) si organizzano competizioni sportive. È l’applicazione degli pneumatici (1891) a rendere le biciclette un mezzo turistico valorizzato dal Touring Club Italiano. Il fervore ciclistico accomuna i più differenti strati sociali: dai contadini ai professionisti e agli intellettuali. Nascono giornali e periodici specializzati: “La Rivista Velocipedista”, “Ciclo”, “Gazzetta Ciclistica”. La bicicletta fin da primi tempi è il mezzo più pratico e indipendente per conoscere l’Italia. Il cicloturismo, recita una pubblicità del tempo, è «praticabile dai due sessi a qualunque età», è «un sorriso di vita, una strofa di poesia intercalata nella nostra agiata prosa quotidiana». Nel 1935 a Brescia si contano 94.404 esemplari, che l’anno dopo salgono a 100.654 inserendo la Leonessa nel prime sette città italiane per numero di velocipedi.






