È dapprima il Comitato provinciale del turismo a tirare le fila della villeggiatura in camicia nera a Brescia. Dal 1935 l’istituto passa il testimone all’Ente provinciale del turismo strettamente connesso al Consiglio provinciale delle corporazioni. Due i compiti che si prefigge. In prima istanza, coordina l’azione dei comitati locali. Compila gli orari dei trasporti. Sorveglia il movimento turistico. Migliora le condizioni «nelle quali il turismo si svolge». In seconda battuta, attua progetti per «ravvivare» il flusso dei forestieri. Nel 1934 dà luogo alle Manifestazioni bresciane. Si tratta di un complesso di iniziative rese allettanti anche dalle riduzioni ferroviarie praticate. Sono complessivamente 30.000 i turisti che visitano Brescia città e il lago di Garda. Concentrato tra aprile e maggio, il cartellone comprende la settimana sciistica a Pian di neve dell’Adamello, la corsa della 1000 Miglia, mostre d’arte. Propone inoltre, «in una città fervida di industrie e di commerci che in ogni tempo tennero alto il loro primato», rimarca la stampa del tempo, «mostre di queste industrie, dalla lana all’automobilismo, dalla seta alla carta, dall’elettricità alla siderurgia». L’iniziativa si consolida nel tempo. Nel 1935 nasce a questo scopo l’Ente autonomo delle manifestazioni bresciane con sede presso la Federazione provinciale dei fasci di combattimento (in via Umberto I, al civico 11).







